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giovedì 30 luglio 2009

Bologna: Operaio in mobilità si impicca!

Inviato da: "Riccardo Di Palma" riccardodipalma@alice.it il_capriccioso
Sab 25 Lu 2009 1:56 pm
http://www.repubbli ca.it/2009/ 07/sezioni/ cronaca/suicidio -operaio/ suicidio- operaio/suicidio -operaio. htmlBOLOGNA - Un operaio bolognese è stato trovato impiccato in casa dal padre. In una lettera ha spiegato i motivi del suicidio citando la sua crisi coniugale e un fallimento di vita generale, peggiorato dai problemi di lavoro. L'uomo, Luca Disarò, che oggi avrebbe compiuto 32 anni, aveva saputo da poco di essere uno dei sei dipendenti che l'azienda per cui lavorava aveva destinato alla mobilità. Ma dalla società fanno sapere: "Gli abbiamo offerto delle alternative" . Luca Disarò avrebbe compiuto 32 anni oggi, ma da poco aveva saputo di essere uno dei sei dipendenti (su circa 200) in esubero per i quali la Chloride, di Poggio Piccolo di Castel Guelfo, aveva aperto la procedura di mobilità. La vittima lavorava come collaudatore nello stabilimento bolognese della multinazionale britannica specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di gruppi di continuità. Ieri sera suo padre l'ha trovato impiccato nella sua abitazione a Castel San Pietro, nell'Imolese. Sul tavolo della cucina due fogli scritti a mano in cui spiegava i motivi del suicidio legati a una situazione di malessere e depressione complessiva, accentuati da una crisi coniugale e dal licenziamento in arrivo. Dall'azienda. Luca aveva lavorato per la Chloride alcuni anni fa. Poi era passato a un'altra azienda e da circa quattro anni, su sua richiesta, era tornato nello stabilimento di Castel Guelfo come collaudatore. A metà giugno il responsabile aveva contattato gli addetti al collaudo annunciando loro il ridimensionamento. Tuttavia solo per quattro dipendenti c'era la possibilità, in quel momento, di una ricollocazione con altre mansioni. Per altri due, fra cui Luca, si profilava la fine del rapporto di lavoro. "Gli ho detto che era nostra intenzione arrivare a un accordo e, nel frattempo dargli una mano a trovare una soluzione", ricorda Andrea Cocchi, responsabile del personale della Chloride, che ha gestito la trattativa con l'operaio. In sostanza gli fu proposta una "buona uscita" per dargli un po' di respiro economico, e contatti con altre aziende.

mercoledì 27 maggio 2009

Sulla manifestazione di Torino-2-

COMUNICATOCome Coordinamento lavoratori resistenti modenesi, abbiamopiù volte sostenuto che non devono essere i lavoratori a pagarela crisi di questo sistema.Nella realtà dei fatti, i lavoratori non solo stanno pagando la crisidi questo sistema capitalista che li riduce a merce, ma sono stati costretti a subire in questi anni le conseguenze di sceltepolitiche concertative. Le loro istanze rivendicative, di classee di emancipazione sono state soffocate.La nascita di autorganizzazioni di base, in qualche modo,sono servite nel mettere in campo varie forme di contrapposizionesociale alla mortificazione della loro dignità e al continuo deterioramentodelle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia in generale.Che queste Organizzazioni non abbiano rappresentato la vera alternativaalle derive concertative del sindacalismo confederale, si può discutere, ma che queste siano state e sono tra le punte più avanzate sul terrenodi classe è un dato di fatto.Il nocciolo della questione è qui.Il nocciolo della questione sono i lavoratori di fronte alla crisi e ad una loro ricomposizione di classe.In questo quadro si può dare un senso di lettura per ciò cheavviene nel nostro paese e la manifestazione di Torino ne è un'espressione.Accusare lo Slai Cobas di squadrismo, teppismo o addiritturaterrorismo, è una visione tutta interna al sistema borghese e ai suoi personaggi.Una visione volutamente miope che rientra nella logica di questipersonaggi fallimentari che hanno legato il loro senso di appartenenzapenalizzando e annullando via via tutto ciò che il movimento operaioera riuscito a conquistare in tanti anni di lotte.Noi esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i lavoratori, a quellidel gruppo Fiat e a tutti quelli che hanno portato a Torino ciòche le burocrazie sindacali non riescono più a vedere.Coordinamento Lavoratori Resistenti Modenaclarmo@libero.itper informazioni e approfondimenti:3280944079 Vanni Cancello3401079152 Enrcico Semprini

sulla manifestazione di Torino

La condanna del "Manifesto" della rude contestazione subita da Rinaldini è giusta ma superficiale, sommaria, alla fine altrettanto criticabile del comportamento dei contestatori di Torino. Scrive Campetti: " in 85, contati e targati Slai Cobas, decidono,alla fine di una manifestazione straordinaria, di aiutare la crisi ed i padroni, assaltano il camioncino montato di fronte al Lingotto dal quale intervengono i dirigenti sindacali, buttano giù dal palco il segretario della Fiom Gianni Rinaldini, si impossessano del microfono per gridare il loro odio non contro quello che hanno alle spalle -il simbolo del potere Fiat -ma contro il più vicino a sinistra, segnando così la loro estraneità dalla sinistra, da quel poco di sinistra che resta.Vorrei innanzitutto ricordare che episodi di rude, anche pericolosa contestazione operaia non sono nuovi nella storia del movimento. Ricordo un episodio di lancio di pesanti bulloni contro Trentin e Garavini in una fabbrica del Nord in occasione di un duro scontro originato dalla proposta Cisl di introdurre una trattenuta dello 0,5O per cento sul salario per destinarla al una sorta di fondo di solidarietà nazionale, una proposta che al di là del merito si calava in una realtà produttiva forte, lontana dalle crisi occupazionali che stiamo conoscendo ora. Eppure Trentin era il dirigente della Fiom più amato dai lavoratori. Garavini era la sinistra torinese della CGIL. Ci sono stati altri momenti di dura contestazione ( i lavoratori non hanno molti mezzi per farsi sentire, non posseggono giornali, telev isioni, mezzi di propaganda.. .) ma lo sforzo dei dirigenti della sinistra è sempre stato quello di interpretare e mai di criminalizzare se non nei casi in cui è stata palese la malafede o la strumentalizzazione del "nemico". Mi auguro che, almeno il Manifesto, conservi il sangue freddo necessario per valutare non soltanto la "bellezza estetica" delle manifestazioni, la retorica degli slogans di lotta, la commozione nel vedere i nostri ragazzi accanto ai più anziani cominciare la loro vita dalla cassa integrazione o dal licenziamento, ma la verità che hanno anche i gesti più deprecabili ed insensati. I Cobas che sono stati contati da Campetti in 85, senza chiedersi se magari non avessero i mezzi per essere di più essendo forse costretti a pagarsi di tasca il biglietto per Torino, sono i reietti, gli esclusi, gli emarginati, dappertutto, nei posti di lavoro dove vengono criminalizzati, subiscono vere e proprie persecuzioni senza ricevere una occhiata di solidarietà o un aiuto da nessuno, vengono isolati, molti dei loro dirigenti vengono licenziati, puniti, trasferiti, maltrattati nel silenzio più mortale delle organizzazioni sindacali confederali presenti nel posto di lavoro. Si potrebbe fare un lunghissimo elenco di perseguitati e di vittime che, al momento del dunque, del redde rationem con l'azienda o il padroncino, si sono trovati disperatamente soli. Inoltre, mentre CGIL,CISL,UIL e UG hanno rapporti intensicon ambienti governativi e con il PD, i Cobas sono parte della grande galassia della sinistra alternativa che ora è ancora più discriminata ed emarginata dal momento che ha perduto la rappresentanza parlamentare.Mi domando perchè la manifestazione fosse organizzata dai confederali con un sindacato come la Fismic (che Campetti dice di origini "gialle"), perchè non fosse previsto un oratore dei Cobas tra i comizianti, insomma perchè anche in occasione di un momento durissimo e gravido di pericoli come questo si continui la politica confederale di discriminazione verso i Cobas. C'è poi da chiedersi se dobbiamo considerare la politica dei sindacati confederali come un dogma indiscutubile quando questa si riduce spesso soltanto ad una mera riduzione del danno delle proposte confindustriali, (vedi accordo Cisl,UIL,UGL sul modello contrattuale che la CGIL sta facendo filtrare attraverso le categorie), o quando si traduce in un vero e proprio danno conclamato per i lavoratori come l'accordo di luglio con il governo Prodi che riduce ad appena il 35% della retribuzione la pensione a regime, consolida il precariato facendone la forma principale di rapporto di lavoro, riduce il welfare. La legge sulla sicurezza dei lavoratori violentata da Sacconi e dalla confindustria non suscita alcuna reazione tra i dirigenti della Cisl che a suo tempo la accettarono con molte riserve e le riforme di Brunetta non sembra incontrino ostacoli insormontabili tra le Confederazioni Sindacali. Inoltre, il gruppo di riferimento PD della CGIL, è costituito da personaggi che lavorano intensamente per demolire i pochi diritti che restano ai lavoratori: mi riferisco ad Ichino,Letta, Treu,Damiano ed alla proposta di contratto unico e di modifica della legge sui licenziamenti individuali. Insomma, i Cobas sono tuttora l'unica area sindacale dei lavoratori che non si è piegata al progetto di neocorporativismo voluto dalla Confindustria e da Sacconi non ostacolato da un progetto diverso, alternativo, anzi..... Si stanno creando nella realtà le condizioni per un regime di sindacalismo paragovernativo, parastatale, paraconfindustriale che trova negli enti bilaterali uno dei suoi punti di forza. C'è una conventio ad excludendum verso i Cobas, cioè verso un'area sensibile, autonoma.,cosciente del movimento operaio..... Niente comizi insieme, niente tavoli in comune per i contratti, niente trattative.. .....Oggi i Cobas vivono la vita delle aziende come la CGIL negli anni cinquanta. Non credo che sia una buona politica quella della loro emarginazione. Non si può chiamare estremismo ed estremistici quanti difendono senza se e senza ma la condizione "operaia". Il Sindacato deve essere "fazioso "dal momento che difende interesse di parte, gli interessi della forza lavoro. Il Sindacato che non è fazioso, che si fa carico della sintesi,che si fa carico della situazione generale che non controlla e non controllerà mai neppure in un regime comunista, non assolve alla sua funzione ma la tradisce e, tradendola, danneggia anche gli interessi generali che vorrebbe tutelare. Se oggi, attraverso un sindacato meno piangente per la "crisi", avessimo una massa salariale superiore di un dieci o venti per cento di quella che abbiamo ci troveremmo nella condizione dei francesi che perdono soltanto bricioline insignificanti di Pil mentre l'Italia è sotto del sei per cento!!. Spero che l'errore torinese dei Cobas non venga strumentalizzato per criminalizzare con loro le ragioni della lotta Fiat e giungere alla conclusione che le ragioni della chiusura delle fabbriche "improduttive" siano di interesse generale e nazionale e che chi contesta è pazzo, utopista, fuori dalla realtà. Ma gli operai non sono nazionalisti quando difendono Termini Imerese e Pomigliano. A quale Italia serve una Fiat multinazionale che ha il corpo fuori dal Paese?Pietro Anconagià segretario generale CGIL sicilia

lunedì 4 maggio 2009

MURAVERA: Licenziamenti alla Pressteck

Muravera, licenziamenti alla Pressteck
Inviato da: "Andrea" a.fiore@libero.it fiorettian
A rischio 22 dipendenti dell'azienda Ventidue licenziamenti alla Presstech, l'azienda metalmeccanica di Muravera, diventata negli ultimi anni simbolo della rinascita del Sarrabus. L'azienda ha comunicato la notizia ai dipendenti L'azienda ha comunicato il licenziamento a 22 dipendenti su un totale di 60 unità lavorative. Potrebbero essere riassunti da aziende che fanno capo allo stesso imprenditore, Antonio Lobina. Protesta il sindacato: ''Tale comunicazione è stata effettuata in palese violazione di quanto previsto dalla legge 223/91, la quale, nella parte relativa agli adempimenti stabilisce esplicitamente che la comunicazione di attivazione della procedura per i licenziamenti collettivi debba essere inviata alla rappresentanza sindacale unitaria ed ai rispettivi sindacati provinciali di categoria''. ''La Fiom Cigil di Cagliari, titolare della rappresentanza dei propri iscritti, nonostante una richiesta d'incontro, inviata alla Direzione Presteck, in data 8 aprile 2009 - si legge in un comunicato - non ha mai ricevuto nessuna comunicazione di attivazione della procedura di mobilità".

USA....rottamazione del ceto medio

Ieri sera ad Anno Zero hanno mostrato (raramente la televisione di occupa di ciò) che cosa è e come si sviluppa la crisi in America. Tanti, tantissimi accampamenti di tende nelle campagne incolte attorno a Sacramento capitale della California da sempre sinonimo di ricchezza e benessere abitati da persone che avevano perduto il lavoro e con questo la casa, l'auto, i mobili, tutto. Una di queste diceva che non voleva diventare una homeless, non voleva lasciarsi andare e pertanto continuava a radersi tutti i giorni. Un altro raccontava di non potere curare la moglie, non può comprare le medicine necessarie e che, a causa di questo, presto l'avrebbe perduta. Piangeva. Un altro si ingegnava a portare su una bicicletta, con una sola mano, una tenda per piantarla in un luogo più asciutto. Un altro ancora parlava di come trascorreva il tempo e tirava fuori dalla tenda un libro bagnato dall'umidità . Poi si vedeva una enorme mensa di un qualche ente dove potevano avere un pasto caldo. Dalle interviste si apprendeva che erano persone del buon ceto medio americano a 100 mila euro di reddito l'anno che fino ad ieri avevano condotto una vita decorosa e magari piena di gratificazioni, non si erano fatti mancare nulla e che,dall'oggi al domani, si erano trovati in mezzo ad una strada, naufraghi, senza più niente, costretti a svendere tutto a cominciare dalla casa per pagare il mutuo e liberarsi dai debiti. Ingegneri, dirigenti, persone altamente specializzate si sono visti all'improvviso franare la terra sotto i piedi ed hanno cominciato ad affondare, a perdersi nella società americana senza trovare un appiglio a cui appoggiarsi, una qualche solidarietà. Mi è capitato qualche tempo fa di leggere come negli Usaesista una stratificazione rigidissima di classi sociali che attraversa tutti i ceti. Se appartiene ad un gruppo sociale che guadagna trentamila dollari l'anno ed hai una promozione che ti consente di guadagnarne cinquantamila non puoi restare dove eri e mettere da parte l'aumento ma devi assolutamente spenderlo. Deve cambiare casa, quartiere, club, frequentazioni, tutto dal momento che se sei promosso e conservi le tue vecchie abitudini, non cambi auto. girone di appartenenza, diventi un pesce fuor d'acqua malvisto dal suo vecchio e dal suo nuovo ambiente. Insomma esiste una pressione regolatrice c he ti costringe a vivere appena appena con i mezzi che hai ed ad essere sempre indebitato ed al massimo alla pari.Un meccanismo di controllo sociale dei ceti attraverso l'occhio dei consumi al quale è difficile sottrarsi senza diventare una sorta di "curiosità" sociale, un "originale". Quante delle centinaia di migliaia di persone che vivono nelle tende, nei camper, nelle baracche riusciranno a salvarsi? Quante nuotando controcorrente e prese per le gambe dalle sabbie mobili della miseria potranno rivedere il benessere in cui erano immerse fino ad ieri? Colpisce la solitudine, lo scenario di assoluta indifferenza sociale in cui sono abbandonati. Il dolore, le lacrime dei naufraghi sociali non commuovono nessuno. Nella nazione che controlla l'intero pianeta con le sue basi militari, gli oceani con le sue possenti costosissime portaerei, che spende miliardi e miliardi di dollari per finanziare guerre colonialistiche in Iraq, in Afghanistan, cresce la fascia della popolazione in miseria. Ieri, in situazione "normale" erano quaranta milioni di americani che vivevano quasi allo stato nomade in roulottes e camper, oggi sono molti, molti di più. Tutti sono privi di assistenza sanitaria e di quelli che in Europa si chiamano "ammortizzatori sociali" ed hanno la funzione di tenere a galla mentre si cerca una nuova occupazione. Molti giornali hanno spacciato per socialismo gli aiuti che gli Usa hanno dato con molta generosità alle banche. Si tratta di una profanazione linguistica: sarebbe socialismo se gli aiuti fosse stati indirizzate alle persone, alle famiglie, alle vittime del mercato predone. Si spaccia anche per cogestione lo intervento del sindacato dell'auto nella salvezza della Chrisler. Epifani è in ammirazione estatica davanti al fenomeno del sindacato americano che assume il 55% della nuova multinazionale Chrisler-Fiat. Dovrebbe essere più prudente. Non sono stati resi pubblici i tagli dei salari e del welfare aziendale imposti ai lavoratori. Questo taglio brutale della condizione dei dipendenti della Chrisler è stato fatto con il consenso del Sindacato che ha fatto balenare la prospettiva dei licenziamenti. Non credo che il 55 per cento che il Sindacato ha della azienda appartenga ai lavoratori. Non si tratta di azionariato operaio ma di un pacchetto detenuto e proprietà del Sindacato e cioè di una organizzazione da molti anni non più controllato dai suoi iscritti con enormi problemi di democrazia e partecipazione. Un tipico prodotto della società americana che ha criminalizzato il socialismo, il sindacalismo autonomo e conflittuale con il padronato e che ha regole interne che consegnano tutto il potere al gruppo dirigente.Pietro Anconahttp://medioevosoci ale-pietro. blogspot. com/ www.spazioamico. it

lunedì 6 aprile 2009

Ferrari: La "California" segna la fine di un ciclo


“California”
La Ferrari auto arriva al 2009 anno particolare, una congettura economica difficile, nel quale l’azienda di Maranello si trova in un momento cruciale nell’evoluzione industriale. La nuova vettura effettua uno strappo netto con il passato sia in termini di stile sia congiuntamente in un neo-sistema di lavorazioni progettualità sinergie umane. La “california” si presenta differente dalla classica Ferrari, abbandona la monoscocca telaio-pianale, abbandona l’8 cilindri simmetrico con montaggio superiore, non è più concepita come vettura corsaiola senza fronzoli; appare agli appassionati come un coupè con 2 posti virtuali dietro e tanta elettronica a bordo.
Il concetto fondamentale abiura le vecchie tecniche di lavorazione caratterizzate da una forte artigianalità, per giungere ad un’azienda pronta a divenire un colosso da 10000 vetture l’anno. L’azienda si è spinta molto in termini strutturali sull’impiantistica, spinta dall’ascesa Maserati partner storico del cavallino, ha provveduto nel corso degli anni a costruire nuovi impianti per verniciatura e meccanica, razionalizzato processi produttivi, studiando sistemi di coesione produttiva al fine di incrementare la produttività aziendale. L’ultimo investimento faraonico riguarda la carrozzeria nella quale viene compiuto l’assemblaggio della vettura, concepita solo per la “California”e i suoi successori. Le nuove linee si presentano estremamente moderne l’automatismo prende il sopravvento sull’ingegno e la solerzia umana, l’artigianalità segna il passo all’avvento della produzione in vasta serie. I riflessi sui lavoratori sono evidenti, maestranze con elevata specializzazione sono riconvertiti ad effettuare operazioni singole semplici, in spazi relativamente limitati. Un rinascimento del “Taylorismo” all’italiana corroborato dalle esperienze nipponiche. Emergono tuttavia tutte le contraddizioni che storicamente codesto sistema ha enfatizzato, errori progettuali non individuabili celermente, problemi di funzionalità dovuti alla rigidità del sistema, questi problemi sono emersi a prodotto ultimato generando forti ritardi nella produzione della vettura. Causa col progredire del tempo fenomeni di alienazione su alcuni lavoratori dovuti alla ripetitività delle azioni svolte.
La sopraggiunta crisi nel corso del 2009 ci impone di pensare se i tempi per una svolta di tali proporzioni sia corretta, il crollo della domanda Maserati produce nel tempo esuberi preoccupanti di personale, ci interroghiamo quali siano le modalità per rilanciare l’industria e il lavoro non solo in Ferrari ma nel contesto nazionale. La deduzione tangibile è che le grosse aziende hanno modificato il loro sistema produttivo basandolo solo sull’assemblaggio, repellendo la fabbricazione quindi la ricerca e lo sviluppo di prodotti veramente qualitativi, peculiarità che esclusivamente è il fondamento della piccola impresa che sovente è fornitrice della grossa azienda soprattutto nel settore automobilistico. Questo punto assume un ruolo fondamentale per il rilancio dell’economia nazionale, la valorizzazione del lavoro di qualità, investire sul valore umano convertendo un sistema produttivo superato non solo dalla crisi economica.

Accordo in Meridiana subito dai lavoratori


Meridiana: Il metodo CAI fa scuola
Inviato da: "comitato.avmeridiana" http://it.mc271.mail.yahoo.com/mc/compose?to=comitato.avmeridiana@yahoo.it&Subject=
Ven 3 Apr 2009 4:16 pm
Il 31 marzo in Meridiana si è vissuta l'ennesimo voltafaccia dei rappresentantidei lavoratori, nei confronti di chi dovrebbero rappresentare. CAI ha fattoscuola: l'azienda ne mette due nel sacco e il terzo sta lì a guardare, e poi siaccoda. Così in Meridiana, le rappresentanze aziendali di UILT e ANPAV, senzaneppur far sapere cosa stava succedendo, hanno firmato uan bozza di rinnovocontrattuale degli assistenti di volo, fortemente penalizzante sia nella partenormativa che retributiva, senza neppure azzardare una trattativa, ma con ilmetodo del prendere o lasciare imposto dall'azienda. Eppure appena ilo giornoprima si era concluso un referendum truffa, nominativo, con liste fornitedall'azienda, in cui veniva segnato nome e cognome e numero di documento, e sifirmava la scheda. Prima del voto gli aziendacati, terrorizzavano i colleghi,mostrando loro liste di licenziandi, e dicendo: <<> >. Ebbene, il referendum preventivo non ha raggiunto il quorum (hanno votato 158 persone su 400), ma nonostante tutto UIL e ANPAV, il giorno dopo sono corsi vergognosamente a firmare, salvo poi dichiarare che avevano evitato il licenziamento di 61 assistenti di volo. Noi del comitato, avevamo già diffidato le RSA e i Nazionali di CGIL, UIL eANPAV, dal voler apporre alcuna firma su ipotesi di accordo, senza prima avervisto i bilanci dell'azienda e soprattutto che non si facessero rinnovistrutturali, ma al limite un accordo di crisi, se questa ci fosse veramente, e isacrifici li avrebbero dovuti fare tutti in proporzione. Li abbiamo diffidati ericcorreremo in sede civile e penale.Questa è l'ennesima storia che segna la morte del sindacato come rappresentanzadei lavoratori

venerdì 3 aprile 2009

EURALLUMINA:Cossu CGIL.accordo positivo ma monitoraggio sull'applicazione

EURALLUMINA: COSSU (CGIL), ACCORDO POSITIVO MA SERVE MONITORAGGIO SU APPLICAZIONE





Cagliari, 27 mar. (Adnkronos) - ''L'accordo firmato a Roma per l'Eurallumina sara' da monitorare affinche' venga applicato fino in fondo ma possiamo dire fin da ora che e' un fatto positivo che siano stati presi impegni precisi per riaprire la fabbrica entro un anno''. E' il commento in una nota del responsabile Industria della segretaria Cgil Sardegna, Piero Cossu, alla firma dell'accordo al ministero per lo Sviluppo Economico, una firma tra Governo, Regione e azienda che sembra restituire un futuro alla fabbrica del Sulcis Iglesiente. La Rusal anticipera' la cassa integrazione, l'impegno e' quello di lavorare a stretto contatto con l'Inps perche' vengano istruite pratiche in tempi stretti. Nell'arco del 2009, a rotazione, 35 lavoratori saranno impiegati nella fabbrica per vigilare sugli impianti (e garantire dunque la ripresa della produzione alla fine dell'anno).
L'accordo firmato prevede un investimento di 120 milioni di euro, di cui il 25 per cento a fondo perduto, che serviranno alla Rusal per avviare corsi di formazione per i lavoratori, ristrutturare lo stabilimento anche adeguando gli impianti all'uso di bauxite di diversa provenienza (servira' ad abbattere i costi) costruire il nuovo bacino per i fanghi rossi per il quale il Governo si e' impegnato ad agevolare la valutazione dell'impatto ambientale. Fra gli impegni assunti dal ministero, anche la restituzione alla Rusal dei crediti Iva.
Per quanto riguarda la questione energetica c'e' l'impegno di inserire le aziende energivore del Sulcis Iglesiente nel Virtual power Plant, un nuovo strumento previsto da legge in via di definizione che abbattera' i costi energetici.

venerdì 27 marzo 2009

La Rappresentanza sindacale della FIOM-CGIL Ferrari auto emana questo comunicato

"La RSU-Fiom Ferrari auto esprime totale solidarietà ai lavoratori della "Eurallumina" nello stabilimento di Portovesme nel Sulcis, per la drammatica situazione che colpisce un territorio già debilitato da una situazione economica e sociale insostenibile " -RSU Fiom Ferrari auto Maranello, 27/03/2009

sabato 21 marzo 2009

Vessati dalla Crisi

I volti della crisi assumono connotati diversi, varie sfaccettature impercettibili congetture per le quali i cittadini sono esclusi dal saperle. Ogni giorno si illustrano ricette nuove strategie volte a una rapida soluzione, si ignora viceversa la matrice profonda dalla quale questa crisi scaturisce.
Evidenti sono le contraddizioni del sistema che si imponeva già dagli anni 60, J.F. Kennedy si prese la responsabilità di illustrare il mondo che cambiava, la società che marciava verso il consumismo senza considerare i risvolti sociali. Si misurava esclusivamente la soddisfazione degli individui attraverso il PIL, la ricchezza prodotta da uno stato, si trascurava viceversa l’impatto sociale disomogeneo che questo comportava. Le multinazionali americane per prime installavano il loro potere economico i loro stabilimenti il potere finanziario nei paesi sottosviluppati, nei quali per loro esistevano ed esistono tuttora bassi costi sulla manodopera basse tassazioni governi corrotti, inesistente stato di diritto. Contraddittoriamente sommergevano i mercati occidentali di beni di qualsiasi genere, poiché ne erano la principale destinazione vista la discrepanza di redditi medi fra l’opulento occidente e i paesi sottosviluppati. Non solo, le multinazionali hanno investito anche nell’alta finanza, fondi fittizi, sperperando il loro capitale già miseramente costituito.
Nel 2008 il meccanismo si è rotto, dopo la sovrapproduzione di beni e il sostegno alla domanda di consumo quasi sempre attraverso finanziamenti, è intervenuta in maniera dirompente la crisi dei mutui, molti lavoratori americani ma non solo, non riuscivano con il loro reddito a restituire gli interessi alle banche, si è innescato un vortice recessivo che ha colpito aziende artigiani e tavolta anche interi stati. In Europa le imprese e il mondo produttivo non potevano ottenere capitali monetari per avviare il ciclo produttivo poiché il sistema globale delle banche non era in grado di erogarlo. Molti stati dell’ex-patto di Varsavia hanno visto i loro debiti incrementare poiché la finanza mondiale non sarà in grado di valorizzare i titoli da questi ultimi emessi. In questo marasma occorre che ognuno si prenda le rispettive responsabilità, pensiamo all’Italia al caso emblematico dell’Alitalia nella quale il fallimento della compagnia è stato attribuito esclusivamente all’esubero di personale, alle retribuzioni elevate dei dipendenti. Nessuno cita che questa azienda pubblica aveva un manager che la amministrava, retribuito con denari pubblici, il quale percepiva 7000000 di euro l’anno!!
Ma casi ne sono parecchi, la FIAT colosso privato nel 2007 ha dichiarato incrementi di utili oltre il 60%, nel 2009 ricatta lo stato per non mandare oltre 40000 lavoratori in CIO. Nel frattempo percepisce fondi dal governo polacco e acquisisce il 35% di Chrisler stiamo assistendo a una situazione paradossale.
In sardegna l’eurallumina dopo aver fatto registrare anni di utili aver percepito ingenti fondi pubblici minaccia la chiusura senza attenuanti, l’esempio di un’azienda nella quale politici senza scrupoli hanno attinto voti, hanno condizionato le assunzioni attraverso qualche sindacato collaborazionista, hanno creato società di capitale fittizio e adesso lasciano migliaia di famiglie in preda al più totale disagio sociale. Il problema è difficile ma non si può credere che l’unico spauracchio della recessione sia sempre il lavoratore addetto alla produzione, non può coesistere con retribuzioni manageriali elevatissime, il problema non sono i lavoratori gli immigrati o il fannullonismo statale il pregiudizio nasce in alto dove pochi privilegiati definiscono da troppo tempo il destino dei cittadini.

venerdì 20 marzo 2009

MOBILITAZIONE NEL SULCIS

Inviato da: "antonello tiddia" antonio.tiddia@alice.it
Lun 16 Mar 2009 5:02 pm
Sciopero del 13 e industria del Sulcis al collassoGrandissima manifestazione venerdi 13 a Carbonia,20 mila in piazza, hanno sfilato per le vie della città mineraria.Un lungo corteo che non si vedeva da anni nel Sulcis , con tutte le attività ferme per 24 ore.Lo sciopero è stato indetto per la difesa dell'intera economia del Sulcis-Iglesiente e per il rilancio per una nuova politica economica.In un territorio dove il tasso di disoccupazione sfiora il 25% della popolazione e ha ripreso un forte flusso migratorio.Le fabbriche sono in crisi e lo scenario che si presenta nel polo industriale di Portovesme è drammatico:. L'Otefal, che produceva laminati in alluminio,è chiusa e i 400 operai ( 250 diretti e 150 delle imprese di appalto) sono senza stipendio da tre mesi e senza cassa integrazione;. Eurallumina si prepara a mandare in cassa integrazione 700 lavoratori;. Alcoa annuncia una riduzione di organico di oltre 100 unità;. La Portovesme S.R.L. da questa mattina avrà altre 450 persone in CIG;. Rockwool ha bloccato la produzione di lana di roccia e si libera, forse per 10 giorni, di 90 unità lavorative su un organico di 130.Occorre evitare un crac industriale e la disperazione di migliaia di famiglie.Le imprese anziché imparare dagli errori e orrori di un sistema iniquo quale è il capitalismo, tornano ai vecchi sistemi scaricando sui lavoratori i costi della loro inefficienza. Credo occorra nel Sulcis incrementare la mobilitazione e la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta la popolazione, perché sono convinto che la lotta paga sempre.Antonello TiddiaRSU CarbosulcisRete 28 aprile CGIL

venerdì 13 marzo 2009

LA BOMBA AD OROLOGERIA E SCOPPIATA

Lettera aperta di un cittadino del sulcis, un'analisi chiara senza fronzoli sulla deriva economica e sociale alla quale và incontro il territorio. Questa volta nessuno si celi dietro il muro omertoso, qualcuno ha iniziato a parlare ad esprimere il proprio dissenso...


Da anni si parla tanto della crisi del comparto industriale del Sulcis “ Industrie di Portovesme”, quando per l’alto costo dell’energia (perché in Sardegna paghiamo di più il gas e l’energia ?) quando per un altro con un orrendo gioco di scaricabarile fra governo e opposizione sia regionale sia nazionale…………
Attenzione….stiamo parlando di aziende private gestite da multinazionali straniere sovvenzionate dallo stato italiano, e gestite in sostanza da pochi uomini politici che hanno il monopolio sulle assunzioni e sulla vita stessa del comparto……
Ora a mio modo di vedere per far funzionare un’azienda serve un manager capace, e ripeto uno, che decide per il bene dell’azienda………e qui invece non si sa neppure chi sia il manager….sono un gruppo di politici che si fanno i loro comodi sulle spalle di altre persone…..vedrete che ora che non ci sono elezioni nessuno muoverà un dito e lasceranno chiudere il comparto industriale…….
Però il problema vero è che in queste aziende sono state assunte forse il doppio delle persone che effettivamente servivano! Allora io mi chiedo perché non hanno mai affiancato a queste industrie che preparano l’ alluminio grezzo, un’altra industria per raffinarlo in modo da avere gli stessi assunti con due aziende magari in attivo ?
Perché i nostri politici zonali vogliono che la nostra zona depressa al massimo sia costretta a rivolgersi a loro per avere favori, ci vogliono tenere sotto scacco per i loro comodi……ci rendono loro schiavi…per usare una parola forte!
Per finire vi pongo alcune domande: quanti esuberi c’erano e ci sono tuttora ? Chi gli ha causati? Chi paga questi scempi amministrativi? Chi alla fine paga per tutte queste decisioni?
Io ho già tutte le risposte….. chiedo però a tutti coloro che leggeranno quest’articolo di provare a dare le risposte………
Spero di non essere stato troppo sintetico, ma diversamente avrei toccato temi più complessi e mi sarei dilungato troppo.

martedì 10 marzo 2009

veto sul volantino "SU LA TESTA" dei lavoratori Ferrari auto

Assume un carattere dirigista e deprecabile quello che alcuni giorni fà è stato riscontrato da alcuni lavoratori della Ferrari automobili che si son visti inibire il mensile "Su la Testa" scritto in collaborazione con la RSU della FIOM e pubblicato sul sito http://formicheoperaie.blogspot.com , un gesto biasimabile che tende a limitare la democrazia sindacale e la libertà di parola dei lavoratori.

La crisi economica non ferma la democrazia sindacale,approvata la piattaforma di rinnovo del contratto aziendale in Ferrari auto

Nonostante l'involversi della crisi economica, determini una situazione drammatica per molti lavoratori, in tante aziende le RSU continuano a lavorare per determinare percorsi di sostegno ai lavoratori stessi. Il caso emblematico è la Ferrari auto nella quale si è votata la piattaforma di ingresso proposta da FIM-CISL,FIOM-CGIL e UILM, suffragata con oltre l'82% dei consensi. Un chiaro segnale all'azienda di Montezemolo la quale dovrebbe adottare una politica redistributiva dei profitti accumulati in anni di crescita. Punti cardine del documento presentato dai sindacati, sicuramente la prospettiva di un passaggio di livello professionale automatico( dal 3°al 4°)dopo un determinato tempo di lavoro in azienda. L'incremento del premio di risultato portato a 4000 euro, la mensilizzazione del vecchio premio strutturalizzato in un incremento di circa 245 eur mensili. I lavoratori hanno accolto bene le proposte sindacali ora spetterà all'azienda la replica....

venerdì 27 febbraio 2009

LA CRISI COLPISCE ANCHE IL MERCATO DELLE AUTO DI LUSSO

"La Ferrari auto non rinnova i contratti interinali"

Nonostante nei giornali l'azienda enfatizzi i risultati ottenuti in anni di continua crescita ultimamente la tendenza fa presagire periodi non tanto rosei per i precari ancora presenti in azienda, se fino allo scorso anno il contratto interinale era pura formalità adesso l'azienda corre ai ripari evitandone il rinnovo. I dati non sono definiti ma si parla di decine di unità di lavoratori estromessi dalla produzione senza che il problema sia citato in causa. La Ferrari ha usato una strategia diversa rispetto al suo partner Maserati, la quale nel mese di dicembre 2008 ha usato il pugno di ferro omettendo il rinnovo di oltre 100 contratti, causando lo sciopero immediato con blocchi agli ingressi, scontri fra lavoratori e vigilanza interna e il licenziamento di un delegato della FIOM. Evidentemente l'azienda di Maranello non può permettersi una situazione degenerativa poichè lederebbe la sua immagine a livello internazionale. Comunque il problema è tangibile non si può escludere un ridimensionamento delle maestranze se il mercato non darà segni di ripresa, ma quando si tratta di lavoratori atipici il degrado cade nell'indifferenza più assoluta. Dopo anni di critiche al sistema emergono tutte le contraddizioni che le leggi in materia di lavoro e occupazione hanno generato. Abbiamo raccolto il parere di alcuni lavoratori lasciati inesorabilmente senza lavoro dalla prestigiosissima Ferrari auto:
"Pensavo mi assumessero dopo dieci mesi nei quali ho lavorato per 10 ore al giorno prestandomi alle esigenze dei miei capi, sono deluso, vengo da un altra regione e non sò come pagare l'affitto, nessuno ha sollevato questo problema.Non riesco a capire come mai dicono che siamo troppi e in molti reparti fanno tantissime ore di straordinario...adesso la situazione è difficile comunque cercherò lavoro".
Questa situazione è il presagio di un disagio sociale che rischia ineluttabilmente di creare scenari nefasti per il futuro. E' preciso dovere delle istituzioni intervenire tempestivamente.

martedì 17 febbraio 2009

Sardegna al centro-destra...fallisce la politica del PD


Useremo il rosso non per retorica, non per dogma acquisito, ma per particolare affezione dato che oramai le fila son diventate troppo esili, qualcuno di noi oggi può dire di essere orgoglioso di esser nato a Carbonia, l'unico centro del Sulcis ancora rimasto in mano al centro-sinistra. Ovviamente i sardi hanno deciso, in piena democrazia ci auguriamo che il nuovo governatore dia nuova linfa all'economia,alla società ai giovani sardi. é stata una tornata elettorale controversa, sibillina fuggevole si è discusso più sulla professionalità, sull'essere imprenditore del uno o dell'altro, in questo caso Soru o Berlusconi piuttosto che soffermarsi sul problema concreto, sulla moralità della politica sarda. Mentre scorrono i numeri relativi ai seggi si omette di evidenziare un dato sconcertante il 30% di astenuti. Ogni risultato elettorale travisa rispetto a questo dato, cittadini, operai, artigiani che probabilmente rischiano il tracollo economico e il dramma sociale ma ai quali la politica non sà rispondere. Probabilmente la politica soriana non è stata compresa, è stata concepita in tempi sbagliati, ora solo 5 anni di centro-destra potranno scioglierci i dilemmi. Un elemento politico è comunque necessario citare, al vento sardista manifestato dal centro-s. gli elettori hanno preferito la centralità dello stato, per il sottoscritto è l'ennesima occasione persa ma saranno i 5 anni successivi a enunciarci le sperate risposte.

700000 metalmeccanici e pubblico impiego in manifestazione a Roma





Sarà ricordata come una grande prova di democrazia quella del 13 febbraio data nella quale le categorie della FIOM per i meccanici e la FP per i dipendenti pubblici hanno manifestato in piazza San Giovanni a Roma contro le direttive del governo in materia crisi economica, di forte critica nei confronti dell' accordo firmato da CISL e UIL sulla modifica delle normative di rinnovo dei contratti di lavoro. Uno sciopero nazionale che ha decretato la partecipazione di lavoratori provenienti da tutte le regioni d' Italia.


Si stigmatizza l'azione poco concreta del governo Berlusconi per opporsi alla crisi economica che paradossalmente colpisce sopratutto i precari, categoria sempre bistrattata e portata ai margini dei diritti costituzionali sul lavoro. La FIOM chiede l'estensione degli armotizzatori sociali anche per questa categoria di lavoratori, che gli incentivi pubblici a sostegno delle imprese non comportino ulteriori licenziamenti una nuova programmazione industriale per il rilancio dell'economia. Si rivendica la democrazia sindacale nei luoghi di lavoro che il modello contrattuale appena stipulato limita in maniera evidente, restituire il sindacato ai lavoratori. La CGIL biasima il neo sistema per la determinazione dell'indice inflattivo che preclude i costi dell'energia importata(metano, energia elettrica) comportando l'esclusione di 1,5 punti di perdita nel poter d'acquisto dei salari.


Siamo consapevoli di trovarci in un momento angusto nel chiedere sacrifici alle masse lavoratrici, ma è evidente l'ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori...AVANTI!



domenica 8 febbraio 2009

Il posto di lavoro dramma del 2009


Sembrerebbe paradossale discutere oggi dei fatti accaduti a Pomigliano d'Arco, i lavoratori della FIAT mentre manifestavano il loro dissenso per
le decisioni dirigiste aziendali che, deliberatamente ha deciso di inoltrare la cassa integrazione, sono stati barbaramente aggrediti dalle forze
dell' ordine, una spedizione punitiva che ha sortito la dura reazione dei
manifestanti i quali hanno posto dinnanzi all'autoritarismo statale la gravissima situazione economica sociale dei metalmeccanici di tutta italia.
Qualcuno si rende artefice dell'alienazione dei lavoratori ormai assurti a capro espiatorio per ottenere finanziamenti pubblici, per rodere lo stato di diritto delle masse lavoratrici,
per sporchi favoritismi da parte del governo.
é stata palese la dequalificazione del salario dei metalmeccanici italiani, vessato e annullato dall'inflazione nel corso degli ultimi decenni, è stata una delle cause fondamentali della recessione, il livello basso delle retribuzioni. Il costante ricorso a finanziamenti per sostenere un mercato palesemente saturo. La continua ricerca da parte delle multinazionali occidentali di manodopera a basso costo per immettere un'infinità di beni nei mercati americani ed europei. Ma la situazione non ha retto le illusioni sono crollate, ora costatiamo scene eclatanti di limitazione alla libertà di sciopero..non è forse esecrabile? Siamo dinnanzi ad un problema morale da parte delle istutuzioni nei confronti dei cittadini e onestamente diciamo BASTA!!
Lavoratori Gruppo Fiat Modena.

domenica 1 febbraio 2009

Super rossoblù


2-3 uno strepitoso Cagliari stende la Juventus!!

41 Anni dopo il Cagliari sbanca Torino quella bianconera, una strepitosa prova del collettivo contro gli individualismi dei più blasonati avversari. Le reti di Biondini, Jeda e Matri sugellano un successo storico ora è indubbia la mano di Max Allegri tecnico emergente ma già ex giocatore del Cagliari.
Ecco le sue parole al termine della conferenza stampa

"La squadra ha fatto un'ottima partita, siamo stati ordinati, abbiamo cercato di concedere il meno possibile alla Juve e ci siamo riusciti. Ad un certo punto i nostri avversari ci hanno messo sotto fisicamente, ci sovrastavano ma siamo stati bravi a reagire e a sfruttare la difesa alta della Juve, d'altra parte l'avversario in difficoltà va colpito. Abbiamo dimostrato grande spirito di sacrificio e qualità tecniche. Quando arrivano i risultati è più facile lavorare e noi ci stiamo riuscendo con belle prestazioni anche dei giovani inseriti in campo. Ora non dobbiamo perdere la voglia di lavorare. Dopo le prossime due partite in casa potremo capire cosa ci riserva il futuro e dove possiamo arrivare".

martedì 27 gennaio 2009

Soru alle prese con vari Capellacci...

Ormai ci risiamo, dopo le dimissioni anticipate si corre verso le elezioni di Febbraio 2009. Data importante, anno importante, congettura economica sociale delicata ma strategica.
Poteva essere l'anno della svolta in sardegna, appare come l'ennesima farsa, la politica dei cialtroni concitata da anni di mera latitanza e dirompenti comparse degli ultimi tempi. é esecrabile l'attegiamento di certi personaggi, ancora una volta illudono la gente con facili proclami, così siamo costretti a riassumere poichè il cittadino è remore di esperienze già vissute. Così ricordiamo Palomba....e la sua farraginosa politica, ricordiamo Pili...perchè in democrazia è giusto cambiare... poi la speranza Soru?? forse superiore ai suoi predecessori ma incapace di affrontare i problemi dei sardi. Eppure noi non chiediamo nulla ai nostri amministratori, non pretendiamo posti di lavoro non chiediamo assistenza. I sardi vorrebbero essere messi nelle condizioni di lavorare con pari dignità ed avere le stesse strutture che hanno le più sviluppate zone d' Italia. Così ormai le contraddizioni si trascinano stancamente, risaputo il problema energetico l'annoso problema dei trasporti, i gravi problemi di agricoltura ed allevamento che si pone in competitività con concorrenti sempre più agguerriti.
Quindi bisognerebbe chiedere agli operai di Portovesme o agli agricoltori del Sulcis cosa ne pensano di una campagna elettorale in stile Obama profusa dai due candidati....

lunedì 26 gennaio 2009

LAZIO- CAGLIARI 1-4

Con una prestazione esaltante i rossoblù di Allegri travolgono la Lazio reti di Jeda, Acquafresca e Matri.
Coronamento del secondo successo consecutivo nel girone di ritorno dopo il 2-0 nei confronti dell'Udinese.
Ragazzi continuate così....