Unidos imparis

Kini Seu?

- black sheep
- Tutto il mondo è paese
- Pensatore libero estraneo alla massa...
venerdì 27 marzo 2009
La Rappresentanza sindacale della FIOM-CGIL Ferrari auto emana questo comunicato
"La RSU-Fiom Ferrari auto esprime totale solidarietà ai lavoratori della "Eurallumina" nello stabilimento di Portovesme nel Sulcis, per la drammatica situazione che colpisce un territorio già debilitato da una situazione economica e sociale insostenibile " -RSU Fiom Ferrari auto Maranello, 27/03/2009
sabato 21 marzo 2009
Vessati dalla Crisi
I volti della crisi assumono connotati diversi, varie sfaccettature impercettibili congetture per le quali i cittadini sono esclusi dal saperle. Ogni giorno si illustrano ricette nuove strategie volte a una rapida soluzione, si ignora viceversa la matrice profonda dalla quale questa crisi scaturisce.
Evidenti sono le contraddizioni del sistema che si imponeva già dagli anni 60, J.F. Kennedy si prese la responsabilità di illustrare il mondo che cambiava, la società che marciava verso il consumismo senza considerare i risvolti sociali. Si misurava esclusivamente la soddisfazione degli individui attraverso il PIL, la ricchezza prodotta da uno stato, si trascurava viceversa l’impatto sociale disomogeneo che questo comportava. Le multinazionali americane per prime installavano il loro potere economico i loro stabilimenti il potere finanziario nei paesi sottosviluppati, nei quali per loro esistevano ed esistono tuttora bassi costi sulla manodopera basse tassazioni governi corrotti, inesistente stato di diritto. Contraddittoriamente sommergevano i mercati occidentali di beni di qualsiasi genere, poiché ne erano la principale destinazione vista la discrepanza di redditi medi fra l’opulento occidente e i paesi sottosviluppati. Non solo, le multinazionali hanno investito anche nell’alta finanza, fondi fittizi, sperperando il loro capitale già miseramente costituito.
Nel 2008 il meccanismo si è rotto, dopo la sovrapproduzione di beni e il sostegno alla domanda di consumo quasi sempre attraverso finanziamenti, è intervenuta in maniera dirompente la crisi dei mutui, molti lavoratori americani ma non solo, non riuscivano con il loro reddito a restituire gli interessi alle banche, si è innescato un vortice recessivo che ha colpito aziende artigiani e tavolta anche interi stati. In Europa le imprese e il mondo produttivo non potevano ottenere capitali monetari per avviare il ciclo produttivo poiché il sistema globale delle banche non era in grado di erogarlo. Molti stati dell’ex-patto di Varsavia hanno visto i loro debiti incrementare poiché la finanza mondiale non sarà in grado di valorizzare i titoli da questi ultimi emessi. In questo marasma occorre che ognuno si prenda le rispettive responsabilità, pensiamo all’Italia al caso emblematico dell’Alitalia nella quale il fallimento della compagnia è stato attribuito esclusivamente all’esubero di personale, alle retribuzioni elevate dei dipendenti. Nessuno cita che questa azienda pubblica aveva un manager che la amministrava, retribuito con denari pubblici, il quale percepiva 7000000 di euro l’anno!!
Ma casi ne sono parecchi, la FIAT colosso privato nel 2007 ha dichiarato incrementi di utili oltre il 60%, nel 2009 ricatta lo stato per non mandare oltre 40000 lavoratori in CIO. Nel frattempo percepisce fondi dal governo polacco e acquisisce il 35% di Chrisler stiamo assistendo a una situazione paradossale.
In sardegna l’eurallumina dopo aver fatto registrare anni di utili aver percepito ingenti fondi pubblici minaccia la chiusura senza attenuanti, l’esempio di un’azienda nella quale politici senza scrupoli hanno attinto voti, hanno condizionato le assunzioni attraverso qualche sindacato collaborazionista, hanno creato società di capitale fittizio e adesso lasciano migliaia di famiglie in preda al più totale disagio sociale. Il problema è difficile ma non si può credere che l’unico spauracchio della recessione sia sempre il lavoratore addetto alla produzione, non può coesistere con retribuzioni manageriali elevatissime, il problema non sono i lavoratori gli immigrati o il fannullonismo statale il pregiudizio nasce in alto dove pochi privilegiati definiscono da troppo tempo il destino dei cittadini.
Evidenti sono le contraddizioni del sistema che si imponeva già dagli anni 60, J.F. Kennedy si prese la responsabilità di illustrare il mondo che cambiava, la società che marciava verso il consumismo senza considerare i risvolti sociali. Si misurava esclusivamente la soddisfazione degli individui attraverso il PIL, la ricchezza prodotta da uno stato, si trascurava viceversa l’impatto sociale disomogeneo che questo comportava. Le multinazionali americane per prime installavano il loro potere economico i loro stabilimenti il potere finanziario nei paesi sottosviluppati, nei quali per loro esistevano ed esistono tuttora bassi costi sulla manodopera basse tassazioni governi corrotti, inesistente stato di diritto. Contraddittoriamente sommergevano i mercati occidentali di beni di qualsiasi genere, poiché ne erano la principale destinazione vista la discrepanza di redditi medi fra l’opulento occidente e i paesi sottosviluppati. Non solo, le multinazionali hanno investito anche nell’alta finanza, fondi fittizi, sperperando il loro capitale già miseramente costituito.
Nel 2008 il meccanismo si è rotto, dopo la sovrapproduzione di beni e il sostegno alla domanda di consumo quasi sempre attraverso finanziamenti, è intervenuta in maniera dirompente la crisi dei mutui, molti lavoratori americani ma non solo, non riuscivano con il loro reddito a restituire gli interessi alle banche, si è innescato un vortice recessivo che ha colpito aziende artigiani e tavolta anche interi stati. In Europa le imprese e il mondo produttivo non potevano ottenere capitali monetari per avviare il ciclo produttivo poiché il sistema globale delle banche non era in grado di erogarlo. Molti stati dell’ex-patto di Varsavia hanno visto i loro debiti incrementare poiché la finanza mondiale non sarà in grado di valorizzare i titoli da questi ultimi emessi. In questo marasma occorre che ognuno si prenda le rispettive responsabilità, pensiamo all’Italia al caso emblematico dell’Alitalia nella quale il fallimento della compagnia è stato attribuito esclusivamente all’esubero di personale, alle retribuzioni elevate dei dipendenti. Nessuno cita che questa azienda pubblica aveva un manager che la amministrava, retribuito con denari pubblici, il quale percepiva 7000000 di euro l’anno!!
Ma casi ne sono parecchi, la FIAT colosso privato nel 2007 ha dichiarato incrementi di utili oltre il 60%, nel 2009 ricatta lo stato per non mandare oltre 40000 lavoratori in CIO. Nel frattempo percepisce fondi dal governo polacco e acquisisce il 35% di Chrisler stiamo assistendo a una situazione paradossale.
In sardegna l’eurallumina dopo aver fatto registrare anni di utili aver percepito ingenti fondi pubblici minaccia la chiusura senza attenuanti, l’esempio di un’azienda nella quale politici senza scrupoli hanno attinto voti, hanno condizionato le assunzioni attraverso qualche sindacato collaborazionista, hanno creato società di capitale fittizio e adesso lasciano migliaia di famiglie in preda al più totale disagio sociale. Il problema è difficile ma non si può credere che l’unico spauracchio della recessione sia sempre il lavoratore addetto alla produzione, non può coesistere con retribuzioni manageriali elevatissime, il problema non sono i lavoratori gli immigrati o il fannullonismo statale il pregiudizio nasce in alto dove pochi privilegiati definiscono da troppo tempo il destino dei cittadini.
venerdì 20 marzo 2009
MOBILITAZIONE NEL SULCIS
Inviato da: "antonello tiddia" antonio.tiddia@alice.it
Lun 16 Mar 2009 5:02 pm
Sciopero del 13 e industria del Sulcis al collassoGrandissima manifestazione venerdi 13 a Carbonia,20 mila in piazza, hanno sfilato per le vie della città mineraria.Un lungo corteo che non si vedeva da anni nel Sulcis , con tutte le attività ferme per 24 ore.Lo sciopero è stato indetto per la difesa dell'intera economia del Sulcis-Iglesiente e per il rilancio per una nuova politica economica.In un territorio dove il tasso di disoccupazione sfiora il 25% della popolazione e ha ripreso un forte flusso migratorio.Le fabbriche sono in crisi e lo scenario che si presenta nel polo industriale di Portovesme è drammatico:. L'Otefal, che produceva laminati in alluminio,è chiusa e i 400 operai ( 250 diretti e 150 delle imprese di appalto) sono senza stipendio da tre mesi e senza cassa integrazione;. Eurallumina si prepara a mandare in cassa integrazione 700 lavoratori;. Alcoa annuncia una riduzione di organico di oltre 100 unità;. La Portovesme S.R.L. da questa mattina avrà altre 450 persone in CIG;. Rockwool ha bloccato la produzione di lana di roccia e si libera, forse per 10 giorni, di 90 unità lavorative su un organico di 130.Occorre evitare un crac industriale e la disperazione di migliaia di famiglie.Le imprese anziché imparare dagli errori e orrori di un sistema iniquo quale è il capitalismo, tornano ai vecchi sistemi scaricando sui lavoratori i costi della loro inefficienza. Credo occorra nel Sulcis incrementare la mobilitazione e la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta la popolazione, perché sono convinto che la lotta paga sempre.Antonello TiddiaRSU CarbosulcisRete 28 aprile CGIL
Lun 16 Mar 2009 5:02 pm
Sciopero del 13 e industria del Sulcis al collassoGrandissima manifestazione venerdi 13 a Carbonia,20 mila in piazza, hanno sfilato per le vie della città mineraria.Un lungo corteo che non si vedeva da anni nel Sulcis , con tutte le attività ferme per 24 ore.Lo sciopero è stato indetto per la difesa dell'intera economia del Sulcis-Iglesiente e per il rilancio per una nuova politica economica.In un territorio dove il tasso di disoccupazione sfiora il 25% della popolazione e ha ripreso un forte flusso migratorio.Le fabbriche sono in crisi e lo scenario che si presenta nel polo industriale di Portovesme è drammatico:. L'Otefal, che produceva laminati in alluminio,è chiusa e i 400 operai ( 250 diretti e 150 delle imprese di appalto) sono senza stipendio da tre mesi e senza cassa integrazione;. Eurallumina si prepara a mandare in cassa integrazione 700 lavoratori;. Alcoa annuncia una riduzione di organico di oltre 100 unità;. La Portovesme S.R.L. da questa mattina avrà altre 450 persone in CIG;. Rockwool ha bloccato la produzione di lana di roccia e si libera, forse per 10 giorni, di 90 unità lavorative su un organico di 130.Occorre evitare un crac industriale e la disperazione di migliaia di famiglie.Le imprese anziché imparare dagli errori e orrori di un sistema iniquo quale è il capitalismo, tornano ai vecchi sistemi scaricando sui lavoratori i costi della loro inefficienza. Credo occorra nel Sulcis incrementare la mobilitazione e la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta la popolazione, perché sono convinto che la lotta paga sempre.Antonello TiddiaRSU CarbosulcisRete 28 aprile CGIL
venerdì 13 marzo 2009
LA BOMBA AD OROLOGERIA E SCOPPIATA

Da anni si parla tanto della crisi del comparto industriale del Sulcis “ Industrie di Portovesme”, quando per l’alto costo dell’energia (perché in Sardegna paghiamo di più il gas e l’energia ?) quando per un altro con un orrendo gioco di scaricabarile fra governo e opposizione sia regionale sia nazionale…………
Attenzione….stiamo parlando di aziende private gestite da multinazionali straniere sovvenzionate dallo stato italiano, e gestite in sostanza da pochi uomini politici che hanno il monopolio sulle assunzioni e sulla vita stessa del comparto……
Ora a mio modo di vedere per far funzionare un’azienda serve un manager capace, e ripeto uno, che decide per il bene dell’azienda………e qui invece non si sa neppure chi sia il manager….sono un gruppo di politici che si fanno i loro comodi sulle spalle di altre persone…..vedrete che ora che non ci sono elezioni nessuno muoverà un dito e lasceranno chiudere il comparto industriale…….
Però il problema vero è che in queste aziende sono state assunte forse il doppio delle persone che effettivamente servivano! Allora io mi chiedo perché non hanno mai affiancato a queste industrie che preparano l’ alluminio grezzo, un’altra industria per raffinarlo in modo da avere gli stessi assunti con due aziende magari in attivo ?
Perché i nostri politici zonali vogliono che la nostra zona depressa al massimo sia costretta a rivolgersi a loro per avere favori, ci vogliono tenere sotto scacco per i loro comodi……ci rendono loro schiavi…per usare una parola forte!
Per finire vi pongo alcune domande: quanti esuberi c’erano e ci sono tuttora ? Chi gli ha causati? Chi paga questi scempi amministrativi? Chi alla fine paga per tutte queste decisioni?
Io ho già tutte le risposte….. chiedo però a tutti coloro che leggeranno quest’articolo di provare a dare le risposte………
Spero di non essere stato troppo sintetico, ma diversamente avrei toccato temi più complessi e mi sarei dilungato troppo.
martedì 10 marzo 2009
veto sul volantino "SU LA TESTA" dei lavoratori Ferrari auto
Assume un carattere dirigista e deprecabile quello che alcuni giorni fà è stato riscontrato da alcuni lavoratori della Ferrari automobili che si son visti inibire il mensile "Su la Testa" scritto in collaborazione con la RSU della FIOM e pubblicato sul sito http://formicheoperaie.blogspot.com , un gesto biasimabile che tende a limitare la democrazia sindacale e la libertà di parola dei lavoratori.
La crisi economica non ferma la democrazia sindacale,approvata la piattaforma di rinnovo del contratto aziendale in Ferrari auto
Nonostante l'involversi della crisi economica, determini una situazione drammatica per molti lavoratori, in tante aziende le RSU continuano a lavorare per determinare percorsi di sostegno ai lavoratori stessi. Il caso emblematico è la Ferrari auto nella quale si è votata la piattaforma di ingresso proposta da FIM-CISL,FIOM-CGIL e UILM, suffragata con oltre l'82% dei consensi. Un chiaro segnale all'azienda di Montezemolo la quale dovrebbe adottare una politica redistributiva dei profitti accumulati in anni di crescita. Punti cardine del documento presentato dai sindacati, sicuramente la prospettiva di un passaggio di livello professionale automatico( dal 3°al 4°)dopo un determinato tempo di lavoro in azienda. L'incremento del premio di risultato portato a 4000 euro, la mensilizzazione del vecchio premio strutturalizzato in un incremento di circa 245 eur mensili. I lavoratori hanno accolto bene le proposte sindacali ora spetterà all'azienda la replica....
Iscriviti a:
Post (Atom)