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lunedì 6 aprile 2009

Ferrari: La "California" segna la fine di un ciclo


“California”
La Ferrari auto arriva al 2009 anno particolare, una congettura economica difficile, nel quale l’azienda di Maranello si trova in un momento cruciale nell’evoluzione industriale. La nuova vettura effettua uno strappo netto con il passato sia in termini di stile sia congiuntamente in un neo-sistema di lavorazioni progettualità sinergie umane. La “california” si presenta differente dalla classica Ferrari, abbandona la monoscocca telaio-pianale, abbandona l’8 cilindri simmetrico con montaggio superiore, non è più concepita come vettura corsaiola senza fronzoli; appare agli appassionati come un coupè con 2 posti virtuali dietro e tanta elettronica a bordo.
Il concetto fondamentale abiura le vecchie tecniche di lavorazione caratterizzate da una forte artigianalità, per giungere ad un’azienda pronta a divenire un colosso da 10000 vetture l’anno. L’azienda si è spinta molto in termini strutturali sull’impiantistica, spinta dall’ascesa Maserati partner storico del cavallino, ha provveduto nel corso degli anni a costruire nuovi impianti per verniciatura e meccanica, razionalizzato processi produttivi, studiando sistemi di coesione produttiva al fine di incrementare la produttività aziendale. L’ultimo investimento faraonico riguarda la carrozzeria nella quale viene compiuto l’assemblaggio della vettura, concepita solo per la “California”e i suoi successori. Le nuove linee si presentano estremamente moderne l’automatismo prende il sopravvento sull’ingegno e la solerzia umana, l’artigianalità segna il passo all’avvento della produzione in vasta serie. I riflessi sui lavoratori sono evidenti, maestranze con elevata specializzazione sono riconvertiti ad effettuare operazioni singole semplici, in spazi relativamente limitati. Un rinascimento del “Taylorismo” all’italiana corroborato dalle esperienze nipponiche. Emergono tuttavia tutte le contraddizioni che storicamente codesto sistema ha enfatizzato, errori progettuali non individuabili celermente, problemi di funzionalità dovuti alla rigidità del sistema, questi problemi sono emersi a prodotto ultimato generando forti ritardi nella produzione della vettura. Causa col progredire del tempo fenomeni di alienazione su alcuni lavoratori dovuti alla ripetitività delle azioni svolte.
La sopraggiunta crisi nel corso del 2009 ci impone di pensare se i tempi per una svolta di tali proporzioni sia corretta, il crollo della domanda Maserati produce nel tempo esuberi preoccupanti di personale, ci interroghiamo quali siano le modalità per rilanciare l’industria e il lavoro non solo in Ferrari ma nel contesto nazionale. La deduzione tangibile è che le grosse aziende hanno modificato il loro sistema produttivo basandolo solo sull’assemblaggio, repellendo la fabbricazione quindi la ricerca e lo sviluppo di prodotti veramente qualitativi, peculiarità che esclusivamente è il fondamento della piccola impresa che sovente è fornitrice della grossa azienda soprattutto nel settore automobilistico. Questo punto assume un ruolo fondamentale per il rilancio dell’economia nazionale, la valorizzazione del lavoro di qualità, investire sul valore umano convertendo un sistema produttivo superato non solo dalla crisi economica.

Accordo in Meridiana subito dai lavoratori


Meridiana: Il metodo CAI fa scuola
Inviato da: "comitato.avmeridiana" http://it.mc271.mail.yahoo.com/mc/compose?to=comitato.avmeridiana@yahoo.it&Subject=
Ven 3 Apr 2009 4:16 pm
Il 31 marzo in Meridiana si è vissuta l'ennesimo voltafaccia dei rappresentantidei lavoratori, nei confronti di chi dovrebbero rappresentare. CAI ha fattoscuola: l'azienda ne mette due nel sacco e il terzo sta lì a guardare, e poi siaccoda. Così in Meridiana, le rappresentanze aziendali di UILT e ANPAV, senzaneppur far sapere cosa stava succedendo, hanno firmato uan bozza di rinnovocontrattuale degli assistenti di volo, fortemente penalizzante sia nella partenormativa che retributiva, senza neppure azzardare una trattativa, ma con ilmetodo del prendere o lasciare imposto dall'azienda. Eppure appena ilo giornoprima si era concluso un referendum truffa, nominativo, con liste fornitedall'azienda, in cui veniva segnato nome e cognome e numero di documento, e sifirmava la scheda. Prima del voto gli aziendacati, terrorizzavano i colleghi,mostrando loro liste di licenziandi, e dicendo: <<> >. Ebbene, il referendum preventivo non ha raggiunto il quorum (hanno votato 158 persone su 400), ma nonostante tutto UIL e ANPAV, il giorno dopo sono corsi vergognosamente a firmare, salvo poi dichiarare che avevano evitato il licenziamento di 61 assistenti di volo. Noi del comitato, avevamo già diffidato le RSA e i Nazionali di CGIL, UIL eANPAV, dal voler apporre alcuna firma su ipotesi di accordo, senza prima avervisto i bilanci dell'azienda e soprattutto che non si facessero rinnovistrutturali, ma al limite un accordo di crisi, se questa ci fosse veramente, e isacrifici li avrebbero dovuti fare tutti in proporzione. Li abbiamo diffidati ericcorreremo in sede civile e penale.Questa è l'ennesima storia che segna la morte del sindacato come rappresentanzadei lavoratori

venerdì 3 aprile 2009

EURALLUMINA:Cossu CGIL.accordo positivo ma monitoraggio sull'applicazione

EURALLUMINA: COSSU (CGIL), ACCORDO POSITIVO MA SERVE MONITORAGGIO SU APPLICAZIONE





Cagliari, 27 mar. (Adnkronos) - ''L'accordo firmato a Roma per l'Eurallumina sara' da monitorare affinche' venga applicato fino in fondo ma possiamo dire fin da ora che e' un fatto positivo che siano stati presi impegni precisi per riaprire la fabbrica entro un anno''. E' il commento in una nota del responsabile Industria della segretaria Cgil Sardegna, Piero Cossu, alla firma dell'accordo al ministero per lo Sviluppo Economico, una firma tra Governo, Regione e azienda che sembra restituire un futuro alla fabbrica del Sulcis Iglesiente. La Rusal anticipera' la cassa integrazione, l'impegno e' quello di lavorare a stretto contatto con l'Inps perche' vengano istruite pratiche in tempi stretti. Nell'arco del 2009, a rotazione, 35 lavoratori saranno impiegati nella fabbrica per vigilare sugli impianti (e garantire dunque la ripresa della produzione alla fine dell'anno).
L'accordo firmato prevede un investimento di 120 milioni di euro, di cui il 25 per cento a fondo perduto, che serviranno alla Rusal per avviare corsi di formazione per i lavoratori, ristrutturare lo stabilimento anche adeguando gli impianti all'uso di bauxite di diversa provenienza (servira' ad abbattere i costi) costruire il nuovo bacino per i fanghi rossi per il quale il Governo si e' impegnato ad agevolare la valutazione dell'impatto ambientale. Fra gli impegni assunti dal ministero, anche la restituzione alla Rusal dei crediti Iva.
Per quanto riguarda la questione energetica c'e' l'impegno di inserire le aziende energivore del Sulcis Iglesiente nel Virtual power Plant, un nuovo strumento previsto da legge in via di definizione che abbattera' i costi energetici.